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Schema del modello collaborativo instaurato tra gli enti coinvolti

I GAL e la governance cooperativa: un modello vincente

 

di Veruschka Piras, Regione Piemonte - Sett. Sviluppo della Montagna e Marco Adamo, Ricercatore – IRES Piemonte

La corretta applicazione del metodo LEADER, attuato dai Gruppi di Azione Locale (GAL) con la misura 19 del PSR 2014–2020, pone in primo piano l’individuazione e soddisfazione dei fabbisogni specifici dei singoli territori collinari e montani, prevedendo la costruzione di una governance cooperativa tra attori pubblici e privati basata su principi di condivisione delle decisioni che rispettano ruoli e competenze di ciascuno.

L’accresciuto grado di innovazione ed efficacia di molti progetti che i GAL piemontesi hanno realizzato in diversi ambiti di intervento (agroalimentare e turistico, nello sviluppo di servizi alla popolazione, nel contesto della filiera forestale, nella creazione d’impresa) sta dimostrando come i principi sopracitati siano diventati una modalità di lavoro a tutti i livelli, assegnando ai GAL un ruolo di catalizzatore di azioni territoriali sistemiche in coordinamento con le altre istituzioni pubbliche e private.

Un primo esempio di integrazione e coordinamento in tal senso riguarda gli investimenti per il miglioramento delle strutture turistico ricreative e l’informazione turistica, sostenuti dal PSR con l’operazione 7.5.1. e dai GAL con l’operazione (19.2.)7.5.2, che sono stati attuati all’interno di una pianificazione complessiva e coordinata tra il Settore Sviluppo della Montagna, i Gal e i Comuni coinvolti. Gli interventi inclusi nella misura regionale dovevano essere coordinati tra loro e con quelli sostenuti dai GAL, rispettando una demarcazione d’intervento che riservava ai GAL la realizzazione di investimenti ed iniziative di livello locale e/o comunque a supporto dell’offerta turistica valorizzata dalla pianificazione 7.5.1 e della rete di fruizione già oggetto della programmazione 2007-2013.

Gli interventi finanziati attraverso i bandi dei GAL, e realizzati dai Comuni, sono così stati armonizzati ed integrati con quelli sostenuti dal PSR, indirizzando però i primi a concentrarsi sul miglioramento dell’offerta infrastrutturale outdoor (lineare e puntuale) coerente con le attitudini dei singoli territori e con la visione strategica dei diversi GAL .

I migliori esempi sul territorio

Un risultato esemplare di questo meccanismo di governance arriva dal GAL Mongioie, che sta attuando la sua azione nell’area del Monregalese: il GAL ha dedicato l’op.7.5.2. allo sviluppo di itinerari ciclo-escursionistici e-bike, con una marcata attenzione alla fruibilità per le famiglie ed all’accessibilità “for all” (per tutti), caratterizzando così l’offerta turistica dell’area. Gli itinerari sostenuti si inseriscono nell’ambito del Masterplan Mongioie E-Bike tour, un circuito ciclo escursionistico di 1.200 Km di lunghezza, formato da 40 diversi percorsi che attraversano tutti i 46 comuni facenti parte del GAL. Il progetto, quando concluso, diverrà il più grande percorso di questo tipo del Nord Italia, capace di rispondere alla domanda di circuiti adeguati alle e-bike ed alla contestuale richiesta di ristoro dei bikers, di assistenza tecnica per la manutenzione dei mezzi e di una rete capillare di colonnine per la ricarica in luoghi accessibili, facilmente individuabili e presidiati da diversi attori economici locali del terziario, dell’artigianato e dell’agricoltura.

Nell’ambito dei servizi alla popolazione, il GAL Montagne Biellesi ha operato in sinergia con la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, con cui da anni collabora per realizzare azioni di sostegno alla rivitalizzazione delle aree montane del Biellese. Un risultato concreto di questo approccio è stato il Bando “RiGenerazioni”, che ha finanziato quattro progetti di servizi socio-assistenziali rivolti ai soggetti deboli del territorio. Coordinando le iniziative, il GAL ha sostenuto, cofinanziandoli al 70%, gli investimenti materiali; la Fondazione, invece, i costi di gestione relativi al primo anno del servizio. La messa a sistema di fondi pubblici e privati ha permesso, tra gli altri, all’Unione Montana Valsesia di realizzare a Coggiola una struttura che offre adeguati appartamenti dove persone con disabilità vivono in autonomia, seguite da personale specializzato, mentre l’Unione Montana Valle Elvo ha organizzato laboratori attrezzati (di falegnameria, aree verdi, etc.) al fine di tramandare gli “antichi saperi” dalle generazioni più anziane alle nuove, coinvolgendo i giovani in età scolare del territorio.

Sulla filiera forestale il GAL Valli di Lanzo ha sostenuto l’installazione di centraline a cippato di legna per riscaldare le scuole medie di Ceres e Balangero e le elementari di Pessinetto, ed altri interventi simili in attesa di finanziamento. Il progetto nel suo complesso ha coinvolto tutta la filiera forestale locale a partire dalla promozione della gestione associata e sostenibile di 25.300 ettari di aree boscate private e di 12.700 ettari di proprietà pubblica, per un totale di 38.000 ettari che si estendono su 27 comuni. Le imprese forestali dell’Area iscritte all’Albo Regionale sono 30 ed una ventina gli artigiani di prima e seconda lavorazione. Gli assortimenti ritraibili saranno vari: legna da opera, imballaggio, paleria e legna da ardere, oltre al cippato che alimenterà le caldaie e per la cui produzione alcuni operatori hanno acquistato macchinari appositi. Il cippato proviene da lotti forestali con tracciabilità verificabile: il sistema di tracciabilità della biomassa legnosa locale richiesto dal GAL garantirà alle imprese delle valli una ricaduta in termini di lavoro sul posto, unitamente alla valorizzazione economica della fornitura attraverso la vendita diretta del calore.

Il GAL Tradizione delle Terre Occitane ha attivato l’Operazione 4.3.11 con l’obiettivo specifico di contrastare la frammentazione fondiaria, ritenuta una delle principali cause dell’abbandono di ampie fasce di territorio, tanto nelle basse e medie valli, quanto alle quote maggiori, e di impoverimento in termini di biodiversità e di qualità del paesaggio. In coerenza con il contesto normativo della Regione Piemonte (LR 21/2016), l’animazione territoriale condotta dal GAL ha permesso la nascita di 2 nuove Associazioni Fondiarie, oltre alle 6 già esistenti, ed il successivo finanziamento di 5 progetti (inseriti in altrettanti Piani di gestione approvati dalla Regione), comprendenti interventi strutturali per il recupero e la gestione collettiva dei terreni. Le ASFO finanziate interessano una superficie complessiva di 1.170 ettari ripartiti su 160 proprietari; in quattro casi aderisce anche il Comune di riferimento con terreni in proprietà di ampiezza elevata, mentre l’estensione dei fondi privati è in media di molto inferiore all’ettaro. Grande enfasi, inoltre, è stata posta sui progetti integrati di filiera (PIF) e di rete territoriale (PIRT), attraverso l’implementazione di strumenti di attuazione mirati a facilitare i GAL in un’ottica di ottimizzazione del lavoro e di collaborazione tra le istituzioni coinvolte nell’attuazione della misura 19.

Un modello collaborativo “altruistico”

Tra Regione Piemonte – Settore Sviluppo della Montagna, ARPEA (Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura), IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Piemonte) ed Assopiemonte Leader, l’associazione dei GAL piemontesi, si è sviluppata negli anni una collaborazione proficua, basata sul rispetto dei diversi ruoli istituzionali, ma sostanzialmente paritaria nella ricerca di soluzioni condivise. Assopiemonte Leader, in particolare, è nata non solo per rappresentare le istanze comuni dei GAL, ottimizzando il confronto con la Regione, ma anche per ampliare la sfera di azione dei GAL come agenzie di sviluppo locale vere e proprie.

La tendenza è stata, dunque, quella di costruire meccanismi relazionali che permettono di agire in maniera coordinata, dove l’azione di ciascuno tiene consapevolmente conto dell’azione degli altri, modificandosi di conseguenza, se necessario. Più che ricercare la migliore performance di sviluppo in termini di avanzamento della spesa (che peraltro la misura 19 Leader del Piemonte vanta tra le prime su scala italiana: in meno di 4 anni di effettiva operatività i GAL piemontesi hanno attivato risorse per oltre 50 milioni di Euro, pari al 96% della dotazione finanziaria della Sottomisura 19.2.), si è ragionato sul gap di fiducia che può impedirla: facendo emergere e propagare norme di cooperazione “altruistica”, si favorisce un interesse collettivo che porta maggiori benefici, ben oltre la propria utilità.

In un contesto simile, oltre ad un avanzamento generale della spesa, si ottiene anche un’ottima performance di sviluppo nell’ambito delle filiere e delle reti, poiché il sentimento di fiducia verso gli altri attori della filiera/rete, in una logica di reciprocità, e quando le relazioni sono di lungo periodo, conduce all’interesse di mantenere gli accordi.

Puntare sul capitale sociale significa in tal senso creare beni collettivi relazionali o reti tra gli attori, che permettono di diffondere informazioni e conoscenze e riducono i loro costi di diffusione a livello territoriale, promuovendo la capacità di coordinamento e regolazione. Tutto ciò sviluppa risorse cognitive, come le informazioni, o relazionali, come la fiducia, che permettono agli attori di realizzare obiettivi che non sarebbero altrimenti raggiungibili, o lo sarebbero a costi molto più alti.

Date le interessanti ricadute territoriali delle progettualità promosse dai GAL, emerge come la governance cooperativa faciliti i processi di sviluppo locale e come, nel campo dello sviluppo rurale, il valore aggiunto del capitale sociale, inteso come accumulazione di ciò che viene investito nelle strutture relazionali fra individui ed organizzazioni, migliori i risultati raggiunti dai territori toccati dal CLLD LEADER.

Sistema LEADER Piemonte
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