a cura di Igor Boni, Matteo Giovannozzi, Susanna Gramaglia - IPLA Piemonte
Il progetto, realizzato dall’IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) e finanziato dalla Regione Piemonte in due tranches - la prima tra il 2019 e il 2020 e la seconda tra il 2020 e il 2021 - promuove la conoscenza dei suoli regionali e delle loro qualità, in relazione alla specifica capacità di fornire prodotti agricoli di eccellenza. Ogni suolo, infatti, in base ai suoi caratteri chimico-fisici, è in grado di favorire la produzione di colture dalle qualità peculiari, determinandone i caratteri distintivi che le contraddistinguono nel paniere dei prodotti agricoli tradizionali della nostra regione.
La conoscenza dei suoli in Piemonte grazie alla cartografia a scala di inquadramento regionale (1:250.000), disponibile per tutto il territorio, e a scala di semi-dettaglio (1:50.000) negli ambiti di pianura e di collina, pone la nostra regione all’avanguardia in Italia. Le cartografie dei suoli hanno alle spalle un’imponente mole di dati, contenuta nel Sistema informativo Pedologico, che permette di utilizzare tali informazioni nella programmazione e nella pianificazione territoriale.
Tuttavia non è sempre facile far comprendere al cittadino comune come la salvaguardia della risorsa suolo sia in stretta e diretta connessione con i prodotti che ogni giorno acquistiamo e consumiamo sulle nostre tavole. Non si tratta solo di limitare il cosiddetto “consumo di suolo”, che peraltro procede indisturbato malgrado la riduzione della popolazione e le crisi economiche, ma di far maturare, attraverso un processo di conoscenza, la consapevolezza che tra suoli e prodotti agricoli esiste un “cordone ombelicale” che rischia di rompersi.
Il paradosso che viviamo oggi è che da una parte vi è una attenzione crescente e spasmodica nei confronti della salubrità dei prodotti alimentari e, più nello specifico, della incredibile varietà di prodotti agricoli tradizionali, rispetto alle loro qualità e alle loro caratteristiche organolettiche, ma, dall’altra parte, non si comprende che quelle stesse produzioni tipiche sono possibili solo se si mantengono salubri e vivi anche i suoli dove esse si sviluppano.
Il progetto
Con queste premesse l’Assessorato all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte ha finanziato il progetto “Carte d’identità dei suoli d’origine dei prodotti tipici” che ha condotto alla realizzazione, per 22 prodotti regionali, di un vero e proprio documento di riconoscimento che descrive i caratteri peculiari dei suoli sui quali quei prodotti crescono e producono i loro frutti.
Per ogni prodotto è stata realizzata, nel formato della storica carta di identità a quattro facciate, una specifica descrizione del suolo. Nella prima facciata campeggia la fotografia del prodotto, mentre nelle due facciate interne vengono fornite le informazioni cruciali in merito alla tipologia pedologica che caratterizza l’areale di produzione: l’età del suolo, l’origine dei materiali sui quali il suolo si è formato, le morfologie e cui è associato e la sua diffusione regionale, le attitudini agrarie che quel suolo possiede, le minacce a cui esso è sottoposto e i segni particolari che lo caratterizzano e lo contraddistinguono dagli altri suoli. Di particolare interesse è il paragrafo dedicato alle minacce, nel quale si descrive, per lo specifico suolo in oggetto, quali sono i maggiori pericoli a cui esso è esposto. Le minacce maggiormente ricorrenti sono: l’urbanizzazione che copre e distrugge i suoli riducendone la disponibilità, l’erosione che asporta gli strati più fertili, la perdita di sostanza organica che depaupera il suolo dalle sostanze nutritive, la compattazione che ne riduce la permeabilità, l’inquinamento che danneggia ambiente e prodotti.
La foto del profilo del suolo e la denominazione dei comuni ove è diffuso sono sulla terza facciata. Sulla quarta facciata, infine, per tutti i suoli, è stato inserito il “Manifesto per la protezione del suolo”: “I suoli sostengono le produzioni agrarie, pastorali e forestali e sono la base per garantire a tutti una alimentazione sana. distruggere i suoli significa distruggere una parte di noi stessi. ogni prodotto che acquistiamo ha una storia che comincia da un suolo; ciascun suolo ha sue specifiche caratteristiche e attitudini produttive, da valorizzare e preservare. Conoscere i suoli e le funzioni che essi svolgono è lo strumento per far crescere la cultura di un utilizzo sostenibile delle risorse. I suoli filtrano gli inquinanti, accumulano acqua nelle falde, riducono l'anidride carbonica in atmosfera, ospitano e danno da mangiare a milioni di organismi viventi”.
I prodotti analizzati
I 22 prodotti considerati sono i seguenti, suddivisi tra frutta, verdura e prodotti trasformati. Si tratta di prodotti coltivati in areali relativamente ristretti e che sono distribuiti nelle diverse province piemontesi.
Tra le produzioni frutticole sono stati considerati i seguenti prodotti: Albicocca tonda di Costigliole (CN), Ciliegia di Garbagna (AL), Ciliegia di Pecetto (TO), Fragolina di San Mauro torinese (TO), Pesca bella di Borgo d’Ale (VC), Susina Santa Clara del Saluzzese (CN).
Tra le produzioni orticole: Aglio di Caraglio (CN), Asparago di Santena (TO), Carciofo della Val Tiglione (AT), Cardo gobbo di Nizza Monferrato (AT), Cipolla piatlina bionda di Andezeno (TO), Cipolla dorata di Castelnuovo Scrivia (AL), Fagiolo di Saluggia (VC), Pisello di Casalborgone (TO), Porro di Cervere (CN), Zucca di Castellazzo Bormida (AL), Zucchini di Borgo d’Ale (VC).
Sono stati infine presi in considerazione alcuni prodotti di trasformazione derivanti da produzioni localizzate: Formaggio Bettelmat (VB), Formaggio Maccagno (BI), Formaggio Montebore (AL), Olio essenziale di Menta di Pancalieri (TO), Vino di Ghemme (NO).
Attraverso la diffusione di queste "Carte d'identità dei suoli" si vuole promuovere la conoscenza del consumatore riguardo alla risorsa suolo e alla consapevolezza della sua fragilità. Il suolo, infatti, è un bene che si rinnova in tempi molto lunghi, assai più lunghi della vita di un uomo. Si tratta in definitiva di una risorsa non rinnovabile che quando viene degradata o distrutta perde definitivamente le proprie funzioni che sono molteplici: le produzioni agrarie, la protezione delle falde, la conservazione e ricarica dell’acqua, lo stoccaggio del carbonio, fino a tutte le funzioni legate ad aspetti culturali e storici spesso reperibili negli strati pedologici e che ci parlano delle nostre origini e del nostro passato.
Sfogliando i documenti di identità di questi suoli si scopre così che le tipologie pedologiche sulle quali si produce il vino di Ghemme sono vecchissime: hanno oltre 100.000 anni. Al contrario i suoli dove sono collocati gli alpeggi sui quali pascolano i bovini dai quali si produce il latte per il pregiato formaggio Bettelmat sono più giovani di 100 anni. Si scopre che i suoli dove vengono prodotte le gustose ciliegie di Pecetto sono sottoposti a un forte rischio antropico dovuto al consumo di suolo, mentre quelli dove si produce lo Zucchino di Borgo d’Ale hanno perso, rispetto al passato, una parte della sostanza organica. Si scopre inoltre che i territori dove i suoli hanno le caratteristiche adatte a determinare la crescita di prodotti di qualità hanno un’estensione limitata, come il caso dei terreni dove vengono coltivati gli asparagi di Santena o l’albicocca tonda di Costigliole.
Talora parliamo di prodotti che, se non verranno preservati e valorizzati, si perderanno per la progressiva scomparsa delle aziende agricole che ancora oggi li producono: il Pisello di Casalborgone e il Carciofo della Val Tiglione, ne sono un esempio.
I produttori e i consumatori possono liberamente scaricare le carte di identità dei suoli dei prodotti tipici fino a oggi realizzate, dal sito dell’IPLA www.ipla.org.
Uno sguardo al futuro
Oggi la consapevolezza dell’importanza dell’ambiente e della riduzione degli impatti antropici, della necessità di individuare azioni di mitigazione e adattamento nei confronti del cambiamento climatico, è molto più diffusa rispetto a un tempo. Eppure per quanto riguarda i suoli c’è ancora molta strada da percorrere, sia dal punto di vista legislativo che culturale. Mentre altre risorse essenziali per la nostra vita e quella degli ecosistemi sono al centro dell’attenzione e, in molti casi, hanno visto importanti miglioramenti negli ultimi decenni (vedi aria e acqua), per i suoli il degrado e l’asportazione prosegue con un trend preoccupante, soprattutto a carico delle aree maggiormente produttive che sono quelle della pianura e delle colline a minori pendenze.
Questo strumento, che grazie al finanziamento della Regione Piemonte è a disposizione del grande pubblico, vuole fornire un contributo a una pianificazione territoriale volta a preservare i tesori che abbiamo e per fornire maggiore informazione nei confronti dei consumatori che dovranno sempre più legare il prodotto che acquistano al luogo e al suolo d’origine.
Se distruggeremo o danneggeremo in modo sostanziale i suoli dove nascono e crescono i prodotti tipici della nostra regione non potremo più avere quei prodotti. È apparentemente una banalità sottolineare tale conseguenza ma è necessario che a ogni livello vi sia consapevolezza di questa realtà.