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Il piano di tutela delle acque: protezione, valorizzazione e resilienza

A cura di Floriana Clemente, Elena Anselmetti - Regione Piemonte, Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio

 

Il 2 novembre 2021 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il nuovo Piano di Tutela delle Acque - PTA, dopo un iter di approvazione iniziato nel 2018 con la procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Aggiornare il precedente PTA, stilato nel 2007, è stato fondamentale per introdurre nella pianificazione regionale, l’esperienza dei Piani di Gestione Distrettuali del Fiume Po (PDG Po) che, nel dicembre 2021, arriveranno al loro terzo ciclo sessennale.

LA NORMATIVA PIEMONTESE ED EUROPEA

Il nuovo PTA 2021 prevede misure per il risanamento e la tutela di corsi d’acqua, laghi, acque sotterranee e alcuni canali artificiali particolarmente significativi, in sinergia con il PDG Po in fase di approvazione; tali misure si basano su dati di monitoraggio e analisi delle pressioni effettuati da ARPA Piemonte.
Viene perseguita la protezione e la valorizzazione delle acque del nostro territorio in un’ottica di sviluppo sostenibile e per il pieno raggiungimento degli obiettivi ecologici, chimici e quantitativi previsti dalla Direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per le politiche sulle acque (WFD – Water Framework Directive/Direttiva Quadro Acque).

È, inoltre, strumento fondamentale per rafforzare la resilienza degli ambienti acquatici e degli ecosistemi connessi e per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Essendo parte integrante dell’applicazione in Italia della Direttiva Quadro Acque, l’applicazione delle misure previste dal PTA, come quelle del PDG Po, vengono prese in considerazione per la “Condizionalità ex ante” in previsione dell’erogazione dei fondi europei. Lo stato di qualità ecologico dei corsi d’acqua, inoltre, è la chiave per la definizione dell’elenco dei corpi idrici soggetti alla BCAA1.

Il PTA è composto da una Relazione Generale, dal Programma delle misure di Piano, dalle Norme di Piano con i relativi allegati e da alcune tavole di Piano. A questo è affiancata tutta la documentazione che è stata presentata in sede di procedura di VAS. Tutta la documentazione è disponibile sul sito web della Regione Piemonte, Sezione Ambiente- Acque.

COSA CAMBIA DAL PTA 2007

Si è cercato di condurre a unitarietà le normative che a vario titolo pongono vincoli lungo i corpi idrici superficiali favorendo il più possibille chiarezza e semplificazione. Nel nuovo PTA vengono, infatti, più puntualmente dettagliate le attività ammesse lungo le sponde di corsi d’acqua, laghi e canali, allineandole ai vincoli previsti dalla disciplina sui nitrati e sui prodotti fitosanitari in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica. Per dare concretezza alle azioni, la Regione sostiene il finanziamento di alcune misure attraverso i Bandi regionali di riqualificazione fluviale (Bando 2022 per 2.900.000 €) e il Programma di Sviluppo Rurale (Operazione 4.4.1).

LE FASCE TAMPONE

Nel bacino del fiume Po è necessario cambiare alcune condizioni, quali l’eccesso di nutrienti (azoto e fosforo) e la contaminazione da prodotti fitosanitari, affinché i corsi d’acqua possano raggiungere l’obiettivo di qualità previsto dalla normativa europea. Nell’ambito del Piano di Gestione del Distretto idrografico del fiume Po, sia nella stesura del 2015 sia in quella 2021, tra le misure per la tutela delle acque superficiali, con particolare riguardo alla mitigazione degli impatti correlati alle attività agricole, è prevista la costituzione di fasce tampone multifunzionali (codice misura KTM02-P2-a009 “Realizzazione di fasce tampone/ecosistemi filtro lungo il reticolo naturale ed artificiale di pianura”.

Questa misura prevede la realizzazione e la gestione di fasce di rispetto inerbite e/o arborate, di dimensione variabile, lungo i corsi d’acqua interessati, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento diffuso dei corsi d’acqua generato dal ruscellamento superficiale o sottosuperficiale o dalla deriva di nutrienti derivanti dall’uso di fertilizzanti, di effluenti zootecnici e di digestati, nonché di prodotti fitosanitari.

IL DEFLUSSO MINIMO VITALE E IL DEFLUSSO ECOLOGICO

Nell’ambito delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, il PTA (art. 35 delle Norme di Piano) e il PDG Po, introducono il passaggio dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico. È in corso di predisposizione un Regolamento per la revisione delle modalità dei rilasci dei prelievi per i vari utilizzi. Già nel 2017 l’Autorità di Distretto del Po, su indicazioni del Ministero dell’Ambiente, ha emanato una direttiva per rendere i rilasci più sostenibili rispetto all’impatto sull’ambiente idrico. Pur salvaguardando gli attuali utilizzi, vi è tuttavia un indirizzo a migliorare gli aspetti qualitativi dei corsi d’acqua e a tutelare le comunità ecologiche in previsione del mantenere o raggiungere gli obiettivi ambientali della WFD (Water Framework Directive) e di consentire lo svolgimento dei servizi ecosistemici.

Vengono, tuttavia, introdotte deroghe temporanee al rilascio del deflusso ecologico, in occasione di eventi meteoclimatici eccezionali ed imprevedibili, accertati dall’Osservatorio permanente sugli usi idrici dell’Autorità di Distretto del Po. Uno degli elementi cardine della WFD è l’integrazione delle politiche e delle pianificazioni, si lavorerà quindi per trovare gli strumenti per sostenere le aziende ad affrontare queste nuove sfide che le renderanno più resilienti ai grandi cambiamenti attualmente in atto.