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L'agricoltura piemontese ha una nuova legge

A cura di Alessandra Berto, Susanna Torasso, Valentina Archimede – Regione Piemonte, Direzione Agricoltura

 

Martedì 8 gennaio 2018 è stata approvata dal Consiglio Regionale, a larghissima maggioranza (38 voti favorevoli e 3 astenuti), la legge n.1/2019 "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale".

Il disegno di legge era stato approvato dalla Giunta regionale a fine gennaio 2018 e trasmesso al Consiglio regionale. Affidato alla III commissione, competente in materia di Agricoltura, sono state avviate le consultazioni delle parti economiche e sociali nel corso del mese di luglio, proseguite nel mese di settembre. A seguito dell'intensa attività di un gruppo di lavoro formatosi all'interno della III commissione, di un esame del Comitato per la qualità della normazione , della I commissione Bilancio e del Consiglio per le Autonomie locali, il testo è stato licenziato il 20 dicembre 2018 dalla III commissione per pervenire all'esame dell'aula nella prima giornata utile di lavoro del Consiglio, dopo il rientro dalla vacanze natalizie.

Il primo spunto per una revisione legislativa profonda è stato il quarantennale dall’emanazione della legge regionale 63 del 1978, una legge molto nota e che per molto tempo ha costituito un assetto fondamentale per il comparto agricolo regionale, rispondendo alle esigenze del momento, ma che oggi necessita di aggiornamenti e adeguamenti anche strutturali, a causa di un contesto socio-economico profondamente mutato.

Il ruolo della PAC e del PSR

La crisi degli ultimi anni ha mutato radicalmente alcune condizioni, dall’accelerazione del processo di riforma dell’assetto istituzionale al contenimento della spesa pubblica, che ha ridotto le risorse a disposizione, e accentuato il peso delle politiche dell’Unione europea. E’ proprio l’evoluzione delle politiche europee, ed in particolare della PAC (la politica agricola comune articolata in due pilastri: gli aiuti diretti agli agricoltori ed il sostegno allo sviluppo rurale) a segnare alcuni tra i maggiori cambiamenti intervenuti nell’ultimo quarantennio. Lo spazio normativo occupato dalla PAC si è esteso, richiedendo alle istituzioni statali e regionali di operare in complementarietà e sinergia, con una particolare attenzione al più potente strumento di intervento, il Programma di Sviluppo Rurale, che, per quanto fortemente indirizzato dall’Unione europea, offre alle Regioni importanti spazi di manovra.

Mentre si profila anche per il Piemonte una ripresa dalla crisi economica, è bene osservare come questa abbia colpito in misura più lieve l’agricoltura e l’agroalimentare rispetto ad altri comparti produttivi, grazie alla crescita dell’export e alla sostanziale anticiclicità dei consumi alimentari, tuttavia le imprese agricole si confrontano con un mercato più instabile. Inoltre il crescente potere contrattuale della fase distributiva tende a marginalizzare il ruolo della componente agricola e anche di quella di trasformazione.

Fortunatamente, la spinta verso la sostenibilità e il cambiamento delle abitudini di consumo portano verso un’economia che apre spazi significativi per i produttori più innovativi e nuove opportunità anche per i territori marginalizzati. Prodotti tipici agro-alimentari, immagine del territorio, ambiente, stili di vita, culture tradizionali, patrimonio storico e architettonico recuperano una nuova centralità diventando elemento di attrattiva turistica e baricentro della catena del valore definita come “economia del gusto”.

La sfida ambientale e climatica

Uno dei cambiamenti più rilevanti è la svolta dell’agricoltura verso un’impostazione più sostenibile dal punto di vista ambientale, di cui il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore sfida. Ciò ha innescato importanti innovazioni nelle tecniche agricole e di allevamento per contenere le emissioni di gas e adottare sistemi di difesa e contrasto, tra cui una più razionale gestione delle risorse idriche e una più attenta gestione del territorio.

Multifunzionalità, tutela del territorio, diversificazione e valorizzazione del patrimonio rurale richiamano il ruolo dell’azienda agricola in un più generale processo di sviluppo locale. Sia sul fronte dei servizi di presidio sia su quello più generale dell’accesso ai mercati e della gestione aziendale, la rivoluzione digitale in corso offrirà nei prossimi anni la connettività in banda ultralarga anche alle aree rurali, aprendo nuove opportunità.

Confronto e programmazione

Per assicurare la partecipazione delle parti economiche e sociali è stato istituito il Tavolo del partenariato agroalimentare e rurale, articolabile in tavoli di filiera, tematici ed in altri organismi collegiali. Si è inteso dunque individuare un solo soggetto, sede di consultazione e confronto.

Alla medesima logica risponde il Programma regionale degli interventi introdotto quale strumento centrale per la gestione della programmazione regionale; accanto al PSR, si è proposto uno strumento regionale capace di dare completezza ed integrare le politiche europee. Nel Programma sono individuati gli interventi, definite le priorità per l’allocazione delle risorse finanziarie, gli obiettivi, gli strumenti di attuazione. Si prevede il “catalogo” degli interventi attivabili nell'ambito del Programma, aggiornabile da parte della Giunta regionale.

 

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