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La tutela della nocciola di qualità: criticità produttive e avversità naturali

A cura di Lorenzo Berra, Agrion - Gianfranco Latino, Regione Piemonte, Direzione Agricoltura e cibo

La coltivazione di nocciolo in Piemonte è una realtà in forte crescita e rappresenta uno dei poli di produzione più importanti a livello nazionale, con oltre 26.000 ettari distribuiti su tutto il territorio regionale e 9.000 aziende coinvolte. In particolare nell’ultimo decennio è stata raddoppiata la superficie investita con nuovi impianti: tutte le province piemontesi sono interessate da questo fenomeno, nel rispetto delle loro specifiche peculiarità pedo-climatiche.

La nocciola Tonda Gentile prodotta in Piemonte è considerata tra le migliori varietà al mondo dal punto di vista organolettico e per le caratteristiche di resa e attitudine alla lavorazione: si tratta dunque di un prodotto eccellente da tutelare insieme al territorio di produzione. La Tonda Gentile, tuttavia, presenta delle sensibilità in merito alla regolarità di produzione, le quali rappresentano una criticità rilevante nel momento in cui si debbano garantire quantità costanti nel tempo all’industria di trasformazione.

Negli ultimi anni, inoltre, la diffusione di nuove avversità, quali la cimice asiatica Halyomorpha halys, ed il verificarsi sempre più frequente di annate climaticamente anomale hanno determinato un aumento delle alterazioni a carico dei frutti ed un peggioramento del livello qualitativo di alcune partite. Questi temi sono scaturiti dal confronto tra i rappresentanti della filiera corilicola: produttori, trasformatori e grandi industrie utilizzatrici per la prima volta si sono riuniti insieme al mondo della ricerca al tavolo tecnico attivato da Regione Piemonte. Da questo confronto è emerso che le attività prioritarie su cui lavorare sono quelle relative alla soluzione delle criticità derivanti dai danni da cimice, dall’avariato sui frutti e dalle problematiche che caratterizzano la cascola pre-raccolta.

Il gruppo di lavoro

Per contrastare efficacemente queste criticità la Regione Piemonte ha attivato un gruppo di lavoro tecnico-operativo che raccoglie le più importanti professionalità nell’ambito della ricerca, composto dal Settore Fitosanitario Regionale, Agrion - Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, DISAFA - Università di Torino e Agroinnova che hanno condiviso l’assoluta necessità di porre tempestivamente rimedio alle problematiche evidenziate dalla filiera. Un lavoro di squadra che unisce la ricerca di base alla sperimentazione applicata ben radicata alle esigenze del territorio.
Dal tavolo tecnico è nata la proposta di attivare un Progetto di ricerca dedicato, denominato “Nocciola di qualità” che è stato prontamente avviato nella seconda parte del 2021 e proseguirà fino al 2024. La Regione Piemonte, che finanzia in parte il progetto, ha incaricato Fondazione Agrion di coordinare il gruppo di lavoro. Altri finanziatori sono Unioncamere Piemonte, Ferrero Hazelnut Company, Fondazione CRC, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Cuneo, Banca d’Alba, Gruppo Elah Dufour Novi, Domori, Venchi e le due OP corilicole AscoPiemonte s.c. e Piemonte Asprocor.

Il progetto di ricerca

Dalla collaborazione di tutti soggetti citati è scaturito un progetto, tanto ambizioso quanto indispensabile, a respiro quadriennale 2021-2024, con il quale ci si propone di verificare, approfondire e validare molte questioni:
- le diverse tipologie di difesa adottabili nei confronti di H. halys, allo scopo di sviluppare strategie di controllo ecosostenibili ed ecocompatibili per la salvaguardia delle produzioni agricole piemontesi e delle molteplici filiere ad esse collegate;
- i fattori che predispongono l’alterazione dei frutti riferibili all’avariato in pre e post-raccolta e alla contaminazione da micotossine, mediante il monitoraggio di fattori biotici e abiotici e le loro correlazioni;
- le dinamiche della cascola preraccolta, criticità multifattoriale con importante incidenza sulla produttività.
Queste attività sono confluite in quattro sottoprogetti in cui i diversi partner del gruppo operativo hanno inserito, nei rispettivi pacchetti di lavoro, le attività di competenza.

Un modello di lavoro efficace

Va sottolineato, ancora una volta, come a seguito dell’iniziativa della Regione sia il mondo agricolo sia le imprese di trasformazione abbiano dato prova di una straordinaria capacità di coesione e con l’indispensabile supporto degli istituti di ricera e degli istituti bancari che operano sul territorio, hanno dato vita ad un’iniziativa unica nel suo genere. Altrettanto importante è stato il ruolo della Fondazione Agrion, che ha saputo coinvolgere al meglio tutti i soggetti interessati.

La consapevolezza che la coltivazione del nocciolo costituisca un prezioso e insostituibile alleato per lo sviluppo economico di un’area molto vasta del Piemonte, si è quindi tradotta in un passo estremamente concreto e chiaramente finalizzato a risolvere alcune e ben individuate problematiche. Si tratta, a nostro avviso, di un modello caratterizzato da una straordinaria efficacia proprio perché nasce dalle esigenze espresse da da coloro che producono e utilizzano le nocciole e che, riteniamo, si debba cercare di replicare anche in altre situazioni.

Approfondimento: i 4 sottoprogetti

SOTTOPROGETTO 1: Cimice asiatica: Monitoraggio, Azioni di contenimento e lotta biologica

L’arrivo della H. halys ha pesantemente complicato la gestione dei corileti e dei fruttiferi in generale. La priorità va al monitoraggio della presenza sul territorio che coinvolge tutta la Regione con una rete di trappole e frappage in grado di valutare la reale entità di attacco e la conseguente ottimizzazione sostenibile della difesa con minor numero di trattamenti. Le altre attività sotto indicate riguardano la valutazione di tecniche a basso impatto ambientale per il contenimento.

Il lavoro prevede quattro linee di ricerca che si focalizzano su:
1.1 Monitoraggio regionale
1.2 Valutazione dell’impatto della cimice asiatica sulla cascola pre-raccolta
1.3 Verifica dell’impatto del controllo simbiotico sulle cimici autoctone
1.4 Studio dell’interazione tra le sostanze battericide e i limitatori naturali dei fitofagi in corileto, inclusi i parassitoidi oofagi rilasciati

SOTTOPROGETTO 2: L’avariato e le aflatossine nelle nocciole

Gli agenti causali associati all’avariato della nocciola sono stati fino ad ora rilevati su frutti già maturi, fase in cui alcuni microrganismi agenti causali potrebbero già essere stati rimpiazzati da saprofiti. Il monitoraggio in campo della popolazione microbica dalla fase di allegagione in poi, fornirà informazioni sulla frequenza dei microrganismi che dal campo iniziano la colonizzazione dei tessuti fiorali e del frutto in formazione, fino a causare il deterioramento del frutto alla raccolta.

Il lavoro prevede quattro linee di ricerca volte ad indagare:
2.1 Il monitoraggio della popolazione microbica dall’allegagione alla raccolta
2.2 I fattori predisponenti
2.3 La validazione del protocollo LAMP per rilevamento Aspergillus micotossigeni.
2.4 La ricerca di fonti di contaminazione da Aspergillus flavus in noccioleto e valutazione di strategie di difesa.

SOTTOPROGETTO 3: Cascola preraccolta, criticità multifattoriale

La cascola pre-raccolta e la presenza di frutti vuoti alla raccolta è un problema che colpisce il nocciolo ed in modo particolare la cultivar Tonda Gentile Trilobata, causando perdite produttive che in certe annate arrivano fino al 40%.
Sono indicati tra le cause della cascola diversi fattori tra cui la mancata o insufficiente impollinazione, le avverse condizioni climatiche, in particolare nel periodo che intercorre tra l’impollinazione e la fecondazione (da aprile a giugno), le carenze nutrizionali nel periodo di ingrossamento del seme. Sono anche possibili cause al momento ancora poco esplorate come gli attacchi di patogeni fungini e di insetti fitofagi.

Si prevedono tre pacchetti di lavoro che si concentrano su:
3.1 La valutazione dell’efficacia dell’impollinazione utilizzando polline di diverse cultivar compatibili con TGT;
3.2 Lo stato nutrizionale della pianta e la fisiologia dello sviluppo del frutticino valutando l’efficacia di prodotti che favoriscano l’allegagione e la naturale fertilità del fiore e lo sviluppo del frutto (auxine, citochinine, biostimolanti);
3.3 La relazione tra l’entità della cascola e i parametri climatici
Le attività verranno svolte in aziende ubicate in località diverse del Piemonte, scelte in collaborazione con Agrion.

SOTTOPROGETTO 4: Allevamento e rilascio in campo dell’ooparassitoide Trissolcus japonicus

In seguito all’autorizzazione per l’allevamento e il rilascio in campo del parassitoide oofago Trissolcus japonicus da parte del Ministero dell'Ambiente (già effettuato nel biennio 2020/21) è stato definito il programma per il controllo biologico di H. halys. Sono stati discussi e concordati all'interno di uno specifico gruppo di lavoro i criteri di scelta dei siti, le modalità di rilascio e la verifica dell’efficacia dell’intervento di controllo biologico di H. halys con l’impiego dell’ooparassitoide T. japonicus. Per ogni sito saranno effettuati due rilasci del parassitoide nel corso della stagione in zone non sottoposte a trattamenti fitosanitari.