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Le nostre esperienze: un fiume di biodiversità

Uno spazio per il racconto di esperienze dirette di aziende, imprenditori agricoli e altri soggetti beneficiari del Programma di sviluppo rurale. Non sono modelli ma casi significativi per l’innovazione che hanno portato e per la capacità che hanno dimostrato nel cogliere le opportunità.

 

Intervista a Luca Cristaldi, Responsabile del settore agro-forestale dell’Ente parco del Po vercellese-alessandrino

Ci racconta brevemente la storia dell’Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino ?

Il Parco del Po è un ente strumentale della Regione Piemonte nato nel 1990 al fine di proteggere le aree naturali limitrofe al fiume e coinvolge tutto il corso del Po dal Monviso fino alla Lombardia, per un totale di 260 km.
Con la legge regionale 19 del 2009 denominata “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità” sono stati istituiti 11 Enti gestori, tra cui quello delle aree protette del tratto alessandrino-vercellese che si estende su 20.000 ettari di territorio che comprendono sia la fascia del Po da Crescentino al confine lombardo, sia alcune aree collinari del Monferrato, sia aree della bassa pianura vercellese dove sorge l’antico bosco delle “Sorti della Partecipanza”
L’ente è gestito da un Consiglio Direttivo ed ha attualmente 22 dipendenti con l’obiettivo di perseguire la tutela sia delle aree protette istituite a livello regionale, sia delle aree Natura 2000 istituite dalle Direttive “habitat” e “uccelli” (i due pilastri europei della protezione della biodiversità) sulle quali agisce il PSR.

Il Parco copre un’area molto vasta: come vi relazionate alle aziende agricole presenti al suo interno?

Essenzialmente, il parco contiene al suo interno due tipi di ambienti: quello fluviale e quello agricolo. In entrambi i casi la finalità dell’ente è quella di ristabilire l’equilibrio tra l’attività dell’uomo e la natura e di ricostruire gli ambienti naturali che si sono deteriorati. Per fare questo, la collaborazione delle aziende agricole presenti sul territorio del parco è molto importante, in modo che adottino pratiche ecosostenibili come la piantumazione di filari, il mantenimento di zone umide, il ripristino della funzionalità dei fontanili, l’imboschimento a ciclo medio-lungo ecc.
Al momento, alcune decine di aziende hanno sviluppato una sensibilità ambientale e adottato pratiche ecosostenibili anche grazie all’opera di sensibilizzazione effettuata tramite lo sportello informativo dell’ente e ad altri momenti divulgativi finanziati dal piano di comunicazione del PSR.

Quando avete iniziato a partecipare ai bandi del PSR?

Abbiamo partecipato ai bandi del PSR sin dalla sua istituzione, ossia con la programmazione 2000-2006. All’epoca ci venne finanziato un progetto collettivo sulla Misura F legata alle siepi e ai filari, il quale fu un grande successo perché metà delle richieste totali di finanziamento vennero da parte di aziende agricole ubicate all’interno del parco!
Durante la scorsa programmazione 2007-2013 abbiamo partecipato al bando della Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”, grazie alla quale abbiamo potuto mettere in piedi un tavolo di concertazione con gli attori del territorio interessati dal problema della gestione delle risorse irrigue che ha portato ad alcune interessanti sperimentazioni riguardo le acque sorgive e i fontanili. Un tavolo simile è stato predisposto per gestire in modo più sostenibile la caccia (vietata nelle aree protette ma permessa nelle aree Natura 2000) e un altro per lo sviluppo del turismo naturalistico legato alla biodiversità.
Abbiamo inoltre aderito alla Misura 227 “Sostegno agli investimenti non produttivi”, grazie alla quale abbiamo rinnovato delle aree boschive degradate e infestate da specie invasive sostituendole con specie autoctone e creando delle aree da pic-nic.
In termini numerici, grazie alle risorse del PSR e ad alcuni investimenti privati in questi anni abbiamo ripristinato circa 400 ettari di bosco, riportando lungo il fiume le specie che si erano perse, come il pioppo nero… decisamente un ottimo risultato!

 

Che progetti avete in cantiere sul PSR 2014-2020?

Abbiamo partecipato alla candidatura di due progetti di partenariato sulla Misura 16 “Cooperazione” (misura che incentiva forme di cooperazione tra almeno due soggetti come operatori del settore agricolo, forestale e del mondo rurale, o altri che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi della politica di sviluppo rurale): uno relativo alle aree risicole per il mantenimento della biodiversità e l’altro per lo sviluppo dell’arboricoltura da legno nella fascia fluviale.
Inoltre abbiamo presentato domanda sull’operazione 8.1.1 "Imboschimento di terreni agricoli e non agricoli" in collaborazione col CREA di Casale Monferrato per il ripristino e il miglioramento di 25 ettari di bosco e sull’operazione 4.4.3 "Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità" per poter attuare interventi di riqualificazione in varie zone del parco, per un totale di circa 50 ettari.
Infine, abbiamo da poco saputo che il nostro progetto presentato sull’operazione 7.5.1 "Infrastrutture turistico- ricreative ed informazioni turistiche" che mirava a istituire un sentiero escursionistico lungo il fiume nella tratta Superga-Crea al momento non è stato finanziato, anche se la Pianificazione elaborata dall’Ente-Parco a scala vasta ha ottenuto un buon apprezzamento.

Come giudica l’azione del PSR rispetto all’attività di un Ente come il vostro?

Per il Parco, il PSR è uno strumento fondamentale soprattutto per l’attuazione delle politiche europee di tutela ambientale (Natura 2000) e grazie al quale è possibile coinvolgere le aziende agricole, che hanno un ruolo preponderante nella gestione del territorio. Inoltre, è importante per l’animazione sociale dei contesti rurali, su cui la nuova programmazione punta molto.
Insomma, è uno strumento importante sia per il finanziamento diretto di azioni del Parco, sia perché incentiva azioni coerenti con la visione del Parco sul futuro dell’ambiente locale.
Certo, è anche uno strumento complesso e a volte macchinoso da mettere in azione, soprattutto per un ente pubblico come il nostro, che già deve far fronte a numerosi adempimenti burocratici.
Tuttavia, gli sforzi che il PSR richiede sono anche propedeutici a progetti di respiro più ampio, come ad esempio quello della ciclovia del Po, denominato Vento, che permetterà di pedalare in sicurezza e continuità lungo il più lungo fiume d'Italia: gran parte del tracciato che passerà all’interno del nostro parco sarà infatti già ripristinato dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.

 

Contatti

ENTE DI GESTIONE DELLE AREE PROTETTE DEL PO VERCELLESE-ALESSANDRINO
Piazza Giovanni XXIII, 6
15048 VALENZA (AL)
Tel. 0131 927555 | Fax. 0131 927721
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http://parcodelpoalessandriavercelli.it/