Durante un evento a Roma sono stati presentati i dati della vendemmia e i progetti di promozione internazionale
L’eccellenza del vino piemontese e le iniziative per promuoverla nel mondo sono state protagoniste di “Piemonte a Palazzo”, l’evento promosso a Roma il 29 e 30 novembre scorsi dal Consorzio Piemonte Land, che riunisce i Consorzi di tutela dei vini regionali e la più importante associazioni di viticoltori, e supportato dalla Regione Piemonte attraverso i finanziamenti della misura 3.2 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, dedicati alla promozione dei regimi di qualità.
L’incontro, che ha avuto come teatro gli storici spazi di Palazzo Brancaccio, è stato l’occasione per presentare a un pubblico selezionato di istituzioni, giornalisti e operatori del settore il format che il prossimo anno verrà “esportato” nel mondo per proporre il Piemonte: dal vino alla cucina, alla bellezza dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma anche i risvolti socio-economici di una cultura fortemente improntata sull’agricoltura, in particolare sulla vite. I 46.700 ettari di terreno coltivato a vite hanno garantito una produzione di 2,54 milioni di ettolitri, in linea con i dati del 2015. Rappresentano il 5% della produzione nazionale, ma quasi il 20% della esportazione italiana di vino, per un valore di circa un miliardo di euro.
“Il vino è uno degli ambasciatori del Piemonte in tutto il mondo – ha sottolineato Giorgio Ferrero, Assessore all’Agricoltura Regione Piemonte – Un testimonial d’eccezione che porta con sé la storia, la tradizione, la cultura di un territorio che occupa uno spazio importante nell’ambito dell’enogastronomia mondiale. I dati 2016 confermano una tendenza ormai decennale. La forza del vino piemontese sta nella sua qualità. La qualità è la nostra condanna, naturalmente in positivo, ma è quello che ci permette di conquistare i mercati mondiali e su cui dobbiamo puntare per aumentare il nostro peso e le ricadute che il vino piemontese ha in termini di valorizzazione del nostro territorio, della nostra cultura, del rafforzamento dell’immagine del Piemonte e dell’Italia”. L’incontro è stato anche occasione per ricordare la centralità dei viticoltori piemontesi “che con il loro lavoro duro e impegnativo hanno fatto grande nei decenni il nostro vino”, ha sottolineato l’assessore.
“Ci siamo dati degli obiettivi ben precisi – ha spiegato il Presidente di Piemonte Land Giorgio Bosticco - Essenzialmente far conoscere le nostre colline, la loro cultura e la viticoltura a sempre più persone. Quindi ribadire il ruolo del nostro vino che offre un contributo fondamentale non solo per quanto concerne l’economia in senso generale ma anche e soprattutto sul fronte del turismo, dove ogni anno si segnala l’arrivo di oltre un milione e seicentomila visitatori solo nell’area Unesco. Ci aspetta un 2017 intenso con attività, partecipazioni a fiere e una presenza di livello nei maggiori eventi internazionali del settore. Con “Piemonte a Palazzo” abbiamo scelto la Capitale come prima tappa per il tour 2017”.
Il vino nel mondo
Negli ultimi anni, sono aumentate a livello internazionale le quotazioni e il valore dei prodotti agro-alimentari, così come le esportazioni dei paesi avanzati tra cui l’Italia. In particolare nel comparto vitivinicolo primeggiano i prodotti ad alto valore aggiunto certificati dai regimi di qualità: DOC, DOCG, DOP, IGP.
L’export di vino 2015 dei primi 11 paesi esportatori mondiali è cresciuto da 23 a 24.8 miliardi di euro, +7.7%, grazie a un robusto effetto derivante dal prezzo e dai cambi, data la svalutazione dell’euro contro le maggiori valute mondiali. In termini di volumi, questi stessi paesi hanno esportato vino per circa 95 milioni di ettolitri, soltanto l’1% in più del 2014.
L’Italia chiude a 5,35 miliardi di euro, +5.3%, con un effetto prezzo del 7% e volumi in calo dell’1%. La Francia mantiene la leadership assoluta con 8,3 miliardi euro di export, +6.8% nel 2015. Nel 2016, secondo i dati OIV, la produzione mondiale di vino è pari a circa 260 milioni di ettolitri. L’Italia, con circa 51 milioni di ettolitri (20% mondiale) contende il primo posto alla Francia.
Il Piemonte
La superficie a vigneto si attesta a 46.700 ettari, di cui 43.500 iscritti a schedario viticolo. La maggior parte è concentrata nelle province di Asti, Cuneo e Alessandria, ma si estende anche lungo una fascia pedemontana e montana che dal Torinese risale fino alle Valli Ossolane.
La produzione vinicola piemontese del 2016 si è attestata a 2,54 milioni di ettolitri con un leggero incremento rispetto al 2015 del 3%. Rappresenta il 5% della produzione nazionale ma quasi il 18% delle esportazioni complessive, a dimostrazione di una sempre maggiore vocazione del Piemonte ad esportare i propri vini di pregio. L’export interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30 % nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.
Un ruolo fondamentale è stato il lavoro svolto dal consorzio Piemonte Land of Perfection che, nato nel 2011 su stimolo della Regione Piemonte, oggi è composto dalla quasi totalità dei consorzi di tutela piemontesi e rappresenta uno strumento necessario per affrontare sistematicamente le sfide della globalizzazione.
Il Piemonte produce qualità
L’85% della produzione enologica piemontese è costituita da vini a Denominazione d’origine (DO), di cui il 44% rossi e il 41% bianchi, e il 15% nei vini da tavola, per lo più rossi. Abbiamo 18 vini a DOCG e 42 DOC (su 73 DOCG e 332 DOC nazionali), il più alto numero tra le Regioni, derivanti da una ventina di vitigni autoctoni storici. In totale il Piemonte è in grado di offrire, nell’ambito delle 60 denominazioni regionali, un’ampia gamma di circa 600 tipologie di vino, modulate anche su differenti livelli di prezzo. Per scelta strategica il Piemonte non ha Indicazioni geografiche dei vini.
In Piemonte la produzione di vini a denominazione d’origine si articola su due assi: da un lato pochi vini, sui quali si concentra gran parte della produzione; dall’altro molte denominazioni forniscono un contributo minimo in termini produttivi e strutturali, con una produzione di nicchia, ma la cui presenza va a completare l’offerta e a integrare il tessuto produttivo regionale.
Infatti i primi tre vini (Asti Docg, Piemonte Doc, Barbera d’Asti Docg) raccolgono oltre il 50% della produzione, e se si aggiungono i cinque successivi (Barbera del Monferrato Doc, Barbera d’Alba Doc, Langhe Doc, Barolo Docg, Dolcetto d’Alba Doc) si arriva a oltre il 75%.
In Piemonte la gestione delle denominazioni avviene, ormai dal 2011, attraverso il sistema della regolazione delle iscrizioni a schedario viticolo ai fini della rivendicazione delle DO. Si tratta di una modalità prevista dalla norma nazionale che ha consentito di aumentare, in modo controllato e sostenibile, la superficie rivendicabile onde evitare tensioni di mercato e squilibri nei prezzi.
Le DO interessate sono state finora Barolo, Barbaresco, Roero Arneis, Langhe Arneis ed Alta Langa. Nel 2017 si applicherà anche a Gavi, Piemonte Moscato e Asti.
Il sostegno al settore
Le due principali fonti di sostegno sono:
- l’OCM (Organizzazione di mercato vitivinicolo) ai sensi del Reg. CE n. 1308/13;
- il PSR 2014-2020 ai sensi del Reg. CE n. 1305/13.
Nel corso del 2016 si sono attuate 3 misure del programma di sostegno dell’OCM Vino combinate con gli interventi previsti dal Programma di sviluppo rurale. In particolare:
- si è proseguita la ristrutturazione e riconversione varietale dei vigneti, utilizzando le risorse finanziarie di due campagne OCM, per circa 1200 domande e complessivi 1500 ha di vigneto ristrutturato;
- il rilancio degli investimenti in cantina è avvenuta mediante i fondi stanziati dalla misura 4.1.1 PSR per 246 aziende ed un finanziamento complessivo di oltre 14 milioni di euro; con la misura OCM Investimenti si sono sostenuti una decina di punti vendita extra-aziendali in Piemonte e in Paesi europei con un contributo di circa 0,5 milioni di euro;
- infine uno stimolo all’export è stato fornito dalla misura OCM Promozione Paesi Terzi che ha approvato 30 progetti di cui 14 regionali, 9 multiregionali con capofila Piemonte e 7 multiregionali con capofila altre regioni, per un importo di poco inferiore ai 10 milioni di euro; sul mercato interno nazionale ed europeo si è operato invece con la misura 3.2 PSR mediante la quale si sono finanziati 16 progetti di promozione delle denominazioni di origine viticole per un importo di 2,8 milioni di euro.
Ricerca e innovazione
In campo vitivinicolo, un ruolo cardine è ricoperto dalla “Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese” nota come AGRION che opera nel settore tramite l’attività svolta dal Centro sperimentale per la vitivinicoltura Tenuta Cannona di Carpeneto. La Fondazione Agrion mantiene un costante confronto con il mondo produttivo per coglierne le richieste e focalizzare le aree di indagine su cui possa lavorare produttivamente il mondo scientifico. Attualmente, ha individuato 3 macro aree su cui sta concentrando le proprie attività: flavescenza dorata della vite, selezioni di nuovi cloni interessanti per l’ampliamento del patrimonio genetico varietale e per orientare la scelta delle barbatelle, gestione dell’inerbimento in vigneto.
Enoteche, botteghe, cantine
Le Enoteche regionali del Piemonte rappresentano una rete di luoghi affascinanti per la loro bellezza storico-artistica ma soprattutto per il loro valore sociale ed economico. Nate con la Legge regionale n. 37 del 1980, rappresentano originali forme di aggregazione dei produttori e di altri soggetti, con funzioni di accoglienza, animazione turistica e di promozione del territorio e con compiti di proposta e vendita delle specialità eno-gastronomiche delle aziende agricole socie, tanto da poter assumere oggi la nuova funzione di agroteche regionali. Le 14 Enoteche regionali e le 33 Botteghe del vino-Cantine comunali rappresentano la base istituzionale di un sistema del turismo del gusto che è molto di più di una prospettiva per l’economia regionale.
Il riconoscimento Unesco
I vini piemontesi sono famosi e apprezzati in tutto il mondo, per il loro gusto unico, per le loro qualità intrinseche, ma anche per il valore aggiunto che deriva dal loro profondo legame con i territori; i luoghi mitici di Langhe, Roero, Monferrato, ed anche delle colline e fasce pedemontane e montane del torinese, biellese, vercellese, novarese e del VCO. Luoghi dove la vite e il vino modellano e ispirano il paesaggio agrario e rurale, esaltano l’enogastronomia, sono elementi fondamentali delle bellezze artistiche, letterarie, culturali, storiche, che ogni anno accolgono milioni di visitatori e di turisti del vino e della enogastronomia. Da tutto questo è scaturita la candidatura dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte nella lista dell’Unesco come Patrimonio dell’umanità, culminato nel suo riconoscimento ufficiale, nel 2014.
Il sito è composto da una serie di 6 aree di particolare pregio (dette core zone, circa 10.000 ha), circondata da un area di rispetto (detta buffer zone) anch’essa ridotta a 76.000 ha:
a) la Langa di Barolo;
b) le colline del Barbaresco
c) Nizza Monferrato e Barbera
d) Canelli e Asti Spumante
e) Il Castello di Grinzane Cavour
f) Il Monferrato degli Infernot
L’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, costituita da Regione Piemonte con le Province di Alessandria, Asti e Cuneo svolge una funzione di gestione del sito.