Analisi dati con infografica – Scritto da Maria Governa, Davide Castiglione, Jacopo Maffia, Elena Anselmetti – 13 Giugno 2025

Contaminazione da prodotti fitosanitari nell’area risicola

Uno sguardo ai dati aggiornati del monitoraggio regionale delle acque

Contaminazione da prodotti fitosanitari nell’area risicola

Il monitoraggio regionale e la situazione pregressa

Il monitoraggio regionale dei prodotti fitosanitari è articolato in cicli sessennali ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque - DQA (Dir. 2000/60/CE) e si basa su due differenti reti di campionamento gestite da ARPA Piemonte, una rappresentativa dei corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) e una dei corpi idrici sotterranei (prima falda e falde profonde). Nell’area risicola sono presenti circa 25 stazioni per i corpi idrici superficiali, nelle quali il campionamento avviene mensilmente, e circa 140 stazioni per le acque sotterranee, nelle quali il campionamento viene effettuato con frequenza semestrale (primavera e autunno). I prodotti fitosanitari monitorati per ognuno di questi punti sono oltre 100.

Gli esiti del sessennio di monitoraggio 2014-2019 hanno evidenziato una situazione di contaminazione delle acque da prodotti fitosanitari nell’areale risicolo superiore a quella osservata nel resto del territorio regionale. La stessa situazione è stata messa in evidenza anche nelle valutazioni della contaminazione su tutto il territorio piemontese condotta da Arpa Piemonte nel 2022. La situazione evidenziata da ARPA ha portato alla definizione di Nuove Aree Specifiche (designate con DCR 258-25537 del 22 dicembre 2022) e alla definizione di misure di Tutela per 15 sostanze attive, due delle quali, Bentazone e Azoxystrobina, di particolare interesse per i territori risicoli.

I dati del quadriennio 2020-2023 – Le acque sotterranee

Secondo le definizioni della Direttiva 2000/60/CE (DQA) e della Direttiva 2006/118/CE, (Direttiva sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento) si individua nel Corpo Idrico Sotterraneo (GWB) l’unità idrogeologico/gestionale per la definizione delle pressioni antropiche significative che generano impatti sulla qualità delle acque sotterranee, per la classificazione dello stato di qualità e su cui si applicano le misure di tutela o di risanamento al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità. In Piemonte sono attualmente individuati 35 GWB suddivisi in sistemi di pianura (superficiale e profondo) e sistema montano-collinare. L’area risicola piemontese è ricompresa nel GWB-S1 “Pianura Novarese-Biellese-Vercellese” e in parte nel GWB-S10 “Pianura Casalese-Area Valenza Po” per quanto riguarda il sistema acquifero superficiale di pianura e nel GWB-P1 per quanto riguarda il sistema acquifero profondo di pianura.

I GWB di pianura appartenenti alla prima falda sono più impattati dalle attività antropiche che si svolgono in superficie mentre il sistema profondo è più protetto dagli strati meno permeabili che lo separano da quello superficiale; esistono tuttavia delle zone di comunicazione sia naturali sia dovute alla presenza di pozzi vetusti o mal costruiti che facilitano la commistione tra acque sotterranee superficiali e profonde.

La Rete di Monitoraggio Regionale delle Acque Sotterranee (RMRAS) è attiva dal 2000. Dal 2009 i GWB sono soggetti al giudizio di qualità ambientale; tale giudizio prevede la distinzione in 2 classi (Buono e Scarso) e, nel caso di attribuzione di giudizio peggiore, impone l’applicazione di misure e azioni volte al raggiungimento e mantenimento dello stato Buono per il GWB in questione.

Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari lo Standard di Qualità Ambientale (SQA) fissato dalla normativa (non solo in ambito DQA ma anche in ambito direttiva acque potabili) è pari a 0,1 µg/L per singola sostanza e in 0,5 µg/L per somma di sostanze.

I sistemi acquiferi soggiacenti l’area risicola che, storicamente, hanno registrato la presenza di prodotti fitosanitari, stanno, nel corso degli anni, evidenziando un lento miglioramento. A partire dall’ultimo sessennio di riferimento (2014-2019) e nel primo triennio del sessennio in corso (2020-2022) questi GWB risultano complessivamente in stato Buono. Si rileva, tuttavia, un 20% di singoli punti di monitoraggio che presentano superamenti del valore di SQA ripetuti nel tempo.

Esaminando gli ultimi anni di dati riferiti ai prodotti fitosanitari forniti dalla RMRAS (quadriennio 2020-2023) si osserva che la distribuzione areale del numero di riscontri (Figura 1) evidenzia impatti maggiori nelle zone di bassa pianura, cioè nelle porzioni più a valle idrogeologico degli acquiferi.

Per quanto riguarda l’entità dei riscontri si arriva ad un massimo di 4,45 µg/L per singola sostanza con un’entità media dei riscontri di 0,13 µg/L.

Figura 1 - distribuzione territoriale dei riscontri di prodotti fitosanitari osservarti nel quadriennio 2020-2023. Figura 1 - distribuzione territoriale dei riscontri di prodotti fitosanitari osservarti nel quadriennio 2020-2023.

Le sostanze che, in percentuale, fanno rilevare i maggiori Superamenti di SQA risultano essere: Bentazone (con quasi il 40% dei Superamenti), Imazamox, Oxadiazon, Cicloxidim, Azoxystrobina e 2,6-diclorobenzamide. (Tabella 1)

Confrontando la percentuale dei superamenti di SQA del periodo 2020-2023 con quelli pregressi possiamo osservare (Figura 2):

  • sostanze che non presentano più superamenti del SQA (Alachlor, Cinosulfuron, Flufenacet, Metolachlor, Molinate, Propanil, Simazina e Terbutilazina);
  • sostanze in diminuzione (Bentazone, Diuron, Oxadiazon, e Quinclorac);
  • sostanze con percentuali stabili (Atrazina, Desetilterbutilazina, Dimetenamide);
  • sostanze in aumento (2,6-diclorobenzamide, Azoxystrobina, Cicloxidim, Desetilatrazina, Hexazinone e Imazamox).
Figura 2 – Percentuali di Superamenti SQA, confronto con i dati pregressi. Figura 2 – Percentuali di Superamenti SQA, confronto con i dati pregressi.

Tema di particolare importanza risulta essere quello dei cosiddetti “hot spot”, cioè punti particolarmente critici nei quali, nel periodo di riferimento, è stato osservato almeno un superamento di almeno 1 µg/L , vale a dire un ordine di grandezza superiore rispetto al SQA.

Per la provincia di Vercelli i comuni interessati da hot spot risultano essere Carisio (Dimetenamide), Fontanetto Po (Bentazone e Oxadiazon), Palazzolo Vercellese (Imazamox), Ronsecco - pozzo in acquifero profondo (Bentazone) e Trino Vercellese (Quinclorac). Per la provincia di Novara risultano essere: Granozzo con Monticello (Bentazone) e Vespolate (2 punti di monitoraggio di cui uno per Mesotrione e uno per Bentazone). Per la provincia di Alessandria il comune di Balzola (Imazamox).

I dati del quadriennio 2020-2023 – Le acque superficiali

Il limite di concentrazione per lo Standard di Qualità Ambientale (SQA) per le acque superficiali è riferito alla media annua della singola stazione di monitoraggio ed è pari a 0,1 µg/L per la maggior parte dei principi attivi. Per alcune sostanze sono previsti limiti diversi, come specificato nelle Tabelle 1/A e 1/B del d.lgs. n. 172 del 13 ottobre 2015. Ogni stazione di monitoraggio rappresenta un singolo corpo idrico identificato come un tratto uniforme di un corso d’acqua superficiale.

Nel corso del periodo 2020-2023 circa il 90% delle stazioni di monitoraggio delle acque superficiali all’interno dell’area risicola ha registrato una contaminazione da prodotti fitosanitari. Nella Figura 3 è rappresentata la distribuzione territoriale dei riscontri di prodotti fitosanitari osservarti nel 2020-2023. I superamenti del SQA in area risicola risultano essere circa il 36% del totale sull’intero territorio regionale.

Figura 3 – Distribuzione territoriale di riscontri e superamenti di prodotti fitosanitari in area risicola Figura 3 – Distribuzione territoriale di riscontri e superamenti di prodotti fitosanitari in area risicola

In area risicola, il numero di diversi prodotti fitosanitari o dei loro metaboliti riscontrato è stato di 37 sostanze; il numero medio di sostanze differenti presenti in una singola stazione è stato di 27. Ciononostante, la maggior parte dei riscontri è da attribuirsi ad un numero ridotto di sostanze: le 10 sostanze più osservate sono, infatti, responsabili del 63% circa dei riscontri totali (Figura 4).

Anche nelle acque superficiali, così come nelle acque di falda, si sono riscontrati dei campioni con concentrazioni di prodotti fitosanitari molto elevate, superiori a 1 µg/L (oltre 10 volte il limite normativo) con picchi di oltre 7 µg/L. Tali concentrazioni sono state rinvenute in 85 occasioni nell’arco del periodo 2020-2023, diffuse tra le diverse stazioni dell’areale riscolo.

I prodotti fitosanitari maggiormente riscontrati con concentrazioni elevate sono Azoxystrobina, Ampa (sottoprodotto di degradazione del Glifosate o derivato da sottoprodotti di origine industriale), Sulcotrione, Bentazone e Dimetenamide.

Conclusioni

I dati del monitoraggio regionale delle acque nell’area risicola mettono in evidenza una situazione di contaminazione diffusa, sia nelle acque sotterranee sia nei corpi idrici superficiali. Le criticità maggiori si osservano a carico di un numero ridotto di sostanze, tra cui Bentazone, Azoxystobina, Imazamox, e Oxadiazon. Per il Bentazone risulta importante ricordare che sussiste un divieto d’uso sulla coltura del riso (ai sensi della D.C.R. 258-25537 del 22 dicembre 2022) nonché un divieto d’impiego in tutte le aree cui all’Allegato 1 del D.M. 9 marzo 2007 del Ministero della Salute. Anche per l’Azoxystrobina è prevista una limitazione d’uso ad un solo trattamento per anno, con divieto di aprire le bocchette della camera di risaia fino a sette giorni dopo il trattamento (DGR 22 febbraio 2016, n. 32-2952); inoltre, da quest'anno, al fine di contribuire a ridurre l'impatto nelle acque piemontesi, questa sostanza non è più ammessa nei Disciplinari di produzione integrata del Piemonte per la difesa fungicida del frumento e dell'orzo.

Infine, la presenza di un numero elevato di riscontri con concentrazioni molto elevate (superiori a 1 µg/L), presumibilmente attribuibili a sversamenti e fenomeni di inquinamento puntiforme che si verificano nelle fasi di preparazione della miscela e di lavaggio delle macchine irroratrici, mette in evidenza una presenza diffusa sul territorio di pratiche operative non ottimali che possono aggravare lo stato di inquinamento dei corpi idrici.

Per limitare gli impatti sulle risorse idriche risulta dunque fondamentale cercare di alternare quanto più possibile le sostanze impiegate, cercando di ridurre ove possibile l’uso delle sostanze ambientalmente critiche. Inoltre, sarebbe auspicabile si adottassero le migliori pratiche di esecuzione dei trattamenti e di gestione dei lavaggi e della miscela residua, al fine di ridurre quanto più possibile la contaminazione con concentrazioni elevate.

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