Con la nuova programmazione della Politica Agricola Comune (PAC), nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Piemonte è comparso un termine nuovo e un po’ strano: AKIS. Cosa significa? È un acronimo. Sta per Agricoltural Knowledge and Innovation System che, tradotto in italiano, significa letteralmente Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione Agricola o SCIA, abbreviato. Sì ma, concretamente, cos’è? Nelle politiche di sviluppo rurale, l’AKIS è l’insieme degli interventi con l’obiettivo di aumentare la conoscenza e il grado di innovazione delle imprese operanti in aree rurali, in primis quelle agricole. Si concretizza, ad esempio, in progetti di innovazione, consulenza, formazione e informazione... Non mi pare una grande novità… È vero che molti interventi, tra cui quelli citati, erano già presenti nelle passate programmazioni dello sviluppo rurale e, di per sé, non rappresentano una novità. Tuttavia, vi sono significativi cambiamenti: nell’attuale programmazione compaiono nuovi interventi, quali la formazione dei consulenti o i servizi di supporto all’innovazione per le aziende agricole, mentre altri interventi, quali le azioni dimostrative, vengono attivati sul territorio regionale. Ma soprattutto, per la prima volta, l’AKIS acquisisce una sua identità e si differenzia da tutti gli altri interventi della PAC. Non è solo una questione di nome o visibilità: proprio perché in questa programmazione si riconosce l’esistenza dell’AKIS, per la prima volta l’Unione Europea pretende che gli stati membri, nei loro piani strategici della PAC, sviluppino una strategia ad esso dedicata. Insomma non si tratta più del singolo bando di finanziamento o di una collezione di operazioni scollegate, ma di portare a fattor comune tutti gli interventi collegati all’AKIS e incastonarli in un disegno più ampio, renderli funzionali gli uni agli altri e allo sviluppo del mondo rurale. Pare interessante anche se molto complesso. Quali sono i punti che affronta la strategia AKIS nazionale? La strategia AKIS si pone le seguenti domande: come dovrebbe essere organizzato il sistema della conoscenza e innovazione italiano per garantirne un migliore funzionamento? Come far lavorare insieme i servizi di consulenza, la ricerca e le reti della PAC per aumentare il grado di partecipazione degli agricoltori al sistema della conoscenza e innovazione? Come organizzare i consulenti agricoli per garantire un servizio di consulenza efficiente a favore delle aziende agricole del nostro Paese? Come fornire un sostegno all'innovazione efficace? Quali sono le principali problematiche dell’AKIS nazionale individuate dalla strategia? Essenzialmente, il fatto che il nostro sistema della conoscenza e innovazione è caratterizzato da una pluralità di attori e livelli: lo Stato centrale, le Regioni e Province autonome, gli agricoltori, le imprese delle filiere a monte e valle delle aziende agricole, scuole ed università, enti di ricerca, ordini professionali, organizzazioni dei produttori, ONG, soggetti della società civile… Questa molteplicità di soggetti nel nostro Paese si traduce in una significativa difficoltà di coordinamento che rende difficile la diffusione delle innovazioni e dei servizi di supporto alle imprese e/o ai territori. E quali sono le risposte della strategia a questo problema? Perseguire un approccio che preveda il coinvolgimento di tutti gli attori dell’AKIS riferibili al tema, settore, problematica o territorio oggetto di attenzione e attuare in maniera coordinata gli interventi.
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